Ricordo che quando scoprii, all’età di quasi sette anni, di aver problemi di astigmatismo e quindi di dover indossare un paio di occhiali da vista; rimasi in silenzio per metà del pomeriggio seguente. Mai avrei pensato di essere un “quattrocchi”, ma pian piano mi rassegnai all’idea e confidai nelle parole dell’oculista, che massimo un paio di anni e tutto ritornava come prima.
Con l’arrivo del mio decimo compleanno, e quindi con la prolungata analisi del medico da due a tre anni, giunse dopo poco il fatidico giorno. Così entusiasta, mi recai insieme con mio padre dal dottore per sdoganare questo “impiccio”. Dopo un’attenta analisi di ben 45 minuti; mi informarono che l’astigmatismo era del tutto scomparso, ma avevo un leggere inizio di miopia equiparato a -75 gradi ad entrambi gli occhi. Oramai incredulo alle parole di qualsiasi medico compreso mio padre, feci un’accurata ricerca e notai che la miopia in età adolescenziale poteva solo peggiorare.
Inutile dire che i miei “sbattimenti”, o meglio, “cinque minuti di pazzaria” durarono ben poco e così mi rassegnai a questa amara realtà.
Oggi che porto quasi -4 gradi di miopia all’età di ventiquattro anni, penso che forse quando ero bambino avevo ancora una visione troppo romantica ed infantile sul concetto di “vanità”, e così, durante il corso di questi lunghi quattordici anni ho avuto il piacere di indossare tantissimi paia di occhiali. Sì, perché, a me piace cambiarli almeno un paio di volte l’anno, in modo tale da poter vedere il mondo sotto vari stili geometrici differenti. Proprio la settimana scorsa decisi di fare un ulteriore change. Riposi nell’astuccio i miei vecchi occhiali e scelsi questi “scaltri” paia firmati Lozza.

IMG_6158   Lozza2

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